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COMPARTO ESTRATTIVO

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L'attività estrattiva in generale comporta la produzione di scarti e sfridi  di diversa natura e caratteristiche, la cui sistemazione (smaltimento) può spesso rappresentare un problema di rilevante importanza sia per l'esercente dell’attività di cava che per la collettività. Per le aziende  estrattive  gli scarti comportano:

  • elevati costi di estrazione del minerale commerciale;

  • la problematica  del reperimento di spazi idonei per la collocazione delle discariche;

  • spese aggiuntive di selezione, carico, trasporto e messa a dimora, provvisoria e definitiva;

  • costi elevati di risistemazione ambientale.

 

Per la collettività invece sussistono le seguenti criticità:

  • degrado dei valori ambientali;

  • sottrazione di spazi utili per attività economiche collegate;

  • possibili rischi a lungo termine di instabilità e di inquinamento;

 

Il  problema  degli scarti assume un carattere del tutto speciale per le cave di marmo e di rocce ornamentali, sia per l'entità dei volumi in gioco, sia per la natura del materiale, sia per la localizzazione dei siti estrattivi , che spesso insistono in zone montagnose con presenza di notevoli valori paesaggistici e naturalistici da salvaguardare. L’attività di estrazione del lapidei ornamentali , al contrario della coltivazione di rocce per usi civili, si caratterizza per alte percentuali di scarti, preponderanti rispetto  ai prodotti commerciali ottenuti,  sul totale estratto.

 

Gli scarti prodotti  nelle cave  di marmo e lapidei di pregio risultano essenzialmente:

  1. il materiale di risulta dell’abbattimento del cappellaccio e della coltre vegetale; 

  2. i blocchi di seconda e terza scelta ossia di forma regolare ma di qualità estetiche scadenti ovvero di dimensioni non appropriate;

  3. gli informi di grandi dimensioni non economicamente segabili per eccessiva irregolarità di forma e/o di volume per le macchine tagliablocchi;

  4. gli informi di piccolo volume (pezzame) con dimensione lineare < di 0,5 m;

  5. il riempimento detritico argilloso originatosi all’interno delle cavità carsiche;

 

Gli scarti derivanti dalla lavorazione dei blocchi nei telai risultano :

  1. i crostoni terminali della segagione nel telaio dei blocchi ;

  2. i frammenti di lastre rotte, danneggiate o esteticamente insoddisfacenti;

  3. i fanghi di segagione e di lavorazione (marmettola).

 

Percentuali degli sfridi prodotti

Ogni comparto estrattivo di marmi e lapidei di pregio presenta valori  percentuali estremamente variabili, anche nell’ambito dello stesso comparto, di sfridi prodotti sul volume di estrazione totale: tale variabilità dipende da molti fattori tra i quali la tipologia del minerale coltivato e del tipo di coltivazione, dalla situazione giacimentologica specifica e da tanti altri ancora .   In generale si può affermare che il volume totale di sfridi prodotti dall’attività di coltivazione e di lavorazione ai telai  è preponderante rispetto al prodotto commerciale ottenuto,  con percentuali dei primi variabili dal 55 al 75 % sul totale estratto.  In generale la quota preponderante degli scarti può essere riutilizzata per seconde lavorazioni; solo una quota residuale di questi sfridi può essere utilizzata esclusivamente, nel senso che non esistono altre possibilità economicamente vantaggiose,  nel ripristino ambientale a fine coltivazione.

 

Riutilizzo degli scarti dell’estrazione e lavorazione del marmo

In funzione dei parametri chimico, fisico e mineralogico gli scarti della coltivazione del marmo, che risulta essenzialmente costituito da carbonato di calcio, possono essere vantaggiosamente utilizzati per la produzione di :

  1. granulati sfusi per premiscelati per l’edilizia: granulometrie 0 - 0,3 mm,  0,3 - 0,7 mm, 0,7 – 1,2 mm e 1,2 – 2,2 mm 

  2. granulati sfusi per mangimi e zootecnia : granulometrie 0,3 – 0,7 mm, 1,2 – 2,2 mm e  0,3 – 2,2 mm ;

  3. polveri sfuse per manufatti in cemento : granulometria 0 – 300 μm ;

  4. polveri sfuse per bitumi, asfalti e calcestruzzi SCC : granulometria 0 – 150 μm ;

  5. polveri sfuse per la desolforazione dei fumi delle centrali termoelettriche : granulometria 0 – 75 μm ;

  6. polveri per la deacidificazione dei terreni agricoli: granulometrie 0 – 40 μm  e 0 – 75 μm  ;

  7. additivi per le materie plastiche, la carta, le pitture, gli adesivi e collanti : granulometrie 0 – 15 μm ,  0 – 30 μm  e  0 – 40 μm ;

  8. additivi per il ricoprimento della carta : granulometria  < 5 μm;

 

Le granulometrie a maggior ricavo sono quelle   < 5 μm e 0 – 15 μm (superfini)  ottenute con carbonati ad alto valore di bianco .

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